
07 Ott Appello di un giornalista: Stanno deliberatamente distruggendo la libera informazione. Non avrete più notizie da fonti indipendenti.
Oggi attraverso questo articolo voglio fare una denuncia, una denuncia importante, accorata, a cui spero si uniranno tanti colleghi. Si parla molto di lotta alla discriminazione, di diritti, di libertà di espressione. Stanno proponendo le leggi più assurde con la scusa di tutelare specifiche categorie. Eppure esiste una categoria che ha un importantissimo ruolo sociale a cui stanno togliendo ogni diritto nel silenzio generale.
Parlo dei giornalisti liberi, quelli che seppur iscritti all’albo dei professionisti o dei pubblicisti (come me) non lavorano per testate o editori ma con grande fatica svolgono il proprio lavoro in maniera libera e indipendente. Parliamo quindi del giornalismo puro quello non legato ad interessi di parte, quello che non subisce pressioni da editori o da azionisti. Oggi quei giornalisti liberi stanno subendo degli attacchi e delle censure senza precedenti soprattutto ad opera dei giganti del web. Attacchi che hanno l’obiettivo di silenziare completamente quella categoria, di farla estinguere e nessuno muove un dito. Una categoria ghettizzata che subisce continue discriminazioni soprattutto dai social media, oggetto di continui soprusi, e di continue violenze, perché vedersi rimuovere un proprio video frutto di tanto lavoro senza reali motivazioni è una violenza così come vedere le proprie pagine social bloccate, gli account sospesi solo perché si sta provando a svolgere bene il proprio lavoro. Dove sono i moralisti della politica che si battono per i diritti degli altri?
Vi porto alcuni esempi personali. Ho tradotto il video dell’intervista al premio Nobel per la medicina Luc Montaigner e l’ho sottotitolato in italiano, senza aggiungere commenti né prese di posizione personali. Ho riportato fedelmente le sue parole per fare in modo che anche gli italiani avessero accesso a quella intervista. Il video è stato rimosso dal canale YouTube e la mia pagina FaceBook è stata temporaneamente bloccata.
Ho postato il video della mia conferenza di Lignano Sabbiadoro che si è svolta davanti a quasi 1000 persone, titolo della conferenza: “Dal Nuovo Ordine Mondiale al Grande Reset. Dall’Italia al Sudamerica”. In cui raccontavo gli eventi politici che hanno sconvolto il mondo dalla guerra fredda ai giorni nostri, ossia fino a quella fase ufficialmente definita al World Economic Forum la fase del Grande Reset. Il video è stato rimosso dal canale You Tube che è stato nuovamente bloccato. Nella mail che mi hanno inviato parlano di “disinformazione in ambito sanitario” ma nel video in questione non si parlava mai di vaccini, né di coronavirus. Si trattava di una ricostruzione giornalistica di eventi politici con tanto di slide per mostrare le fonti.
Perché me lo hanno rimosso con una motivazione che nulla ha a che vedere con il contenuto del video? Una motivazione del genere potrei capirla se io nel video avessi consigliato pericolose cure mediche ma non posso accettarla in merito a ricostruzioni giornalistiche in ambito politico.
Ultimo episodio recente: Avevo caricato sulla pagina Instagram uno spezzone di video del dottor Claudio Giorlandino, direttore sanitario di Altamedica, (medico vaccinato tra l’altro)che in collegamento su LA7 a L’Aria Che Tira, rispondeva alla domanda di Myrta Merlino sulla terza dose di vaccino dando delle spiegazioni circa le mutazioni della proteina Spike. Un video che io non commentavo se non suggerendo nella didascalia, di ascoltare un parere diverso. Il video è stato rimosso, le dirette Instagram bloccate.
In pratica, io che svolgo il mio lavoro con grande fatica solo attraverso i social, ho adesso le dirette Instagram bloccate; non posso pubblicare video su YouTube ed ho Facebook con limitazioni. Tutto questo per aver fatto il mio lavoro, ossia per aver portato all’attenzione del mio pubblico (non i deliri di qualche complottista raccolti per strada) ma le parole di medici autorevoli riprese da interviste fatte in TV. Questo vuol dire che stanno silenziando una intera categoria, stanno veicolando l’informazione. Anche chi decide di informarsi in maniera indipendente presto non troverà più informazioni alternative o contraddittorio al pensiero unico. Siamo con le mani legate. Io non so più come poter svolgere il mio lavoro. Vi dico di più, YouTube ha avvisato tutti gli utenti che avevano messo il like al video da me postato del dott Giorlandino, che quel video è stato rimosso perché risultato falso. Ma chi lo ha giudicato falso?
La frase che meglio rappresenta il lavoro del giornalista è quella che recita: Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole si sappia. Il resto è propaganda. Bene oggi, possiamo dirlo, stiamo attraversando un’epoca in cui solo la propaganda è consentita. E cosa ancora più grave, accettando questa nuova realtà passivamente la stiamo di fatto legittimando. Oggi se vuoi diffondere quello che qualcuno non vuole si sappia, non puoi farlo perché gli unici mezzi che hai a disposizione sono gestiti proprio da quel qualcuno che ha interessi a silenziare certi argomenti e l’informazione è completamente veicolata. C’è qualcuno che ha deciso che i potenti del web debbano agire come degli editori pur non avendo lo status e soprattutto le responsabilità di un editore. Esempio: Il direttore di Repubblica segue una linea editoriale con il suo giornale. A me quella linea editoriale non piace e non lo compro. Ma almeno ne sono consapevole. E se quel direttore facesse un errore di valutazione sui contenuti pubblicati, sarebbe personalmente responsabile per quello che viene scritto sul suo giornale. I potenti del web invece non solo non dichiarano una linea editoriale ma non hanno neppure le responsabilità degli editori perché risultano essere una piattaforma, mentre nella totale inconsapevolezza degli utenti decidono quali informazioni debbano passare e quali no. E cosa ancor più grave, non veicolano l’informazione dando semplicemente più risalto ad una notizia piuttosto che un’altra ma addirittura rimuovendo i video e i post che riguardano cose che non vogliono che si sappiano e lasciando solo quelle che esprimono la loro invisibile ma netta e spregiudicata linea editoriale. In pratica da oggi in poi se io come giornalista libero assisto allo scontro tra due medici in Tv, prima di decidere quale video mostrare ai miei utenti dovrei preventivamente capire quale di quelle dichiarazioni vanno nell’interesse di chi gestisce i giganti del web e quali no, altrimenti rischierei un nuovo blocco. Se volessi pubblicare due pareri divergenti devo essere consapevole che uno dei due mi espone a quel rischio. Così è successo quando pubblicai il video di Montagnier e del suo contraddittorio. On line ne rimase solo uno perché quello di Montagnier fu rimosso ed il mio canale temporaneamente bloccato. Così è successo con Giorlandino. Il video di Galli è rimasto mentre quello del suo contraddittorio è stato rimosso ed io bloccato nuovamente. Si può lavorare così? Lo capite che stiamo dando a qualcuno un potere immenso. Lo capite che una intera categoria di liberi giornalisti è sotto assedio, discriminata, oscurata e l’ordine dei giornalisti al momento non sta muovendo un dito, così come gran parte dell’opinione pubblica e della politica.
E’ il momento di reagire per salvare la libera informazione.
Francesco Amodeo
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