Lasciate perdere i media italiani: ecco cosa potrà accadere realmente in Ucraina.

 

Mi sono messo con ritardo a scrivere sulla crisi ucraina. L’ho fatto volontariamente. In realtà non avrei voluto proprio parlarne in questo periodo. Non vorrei dare l’impressione di aver ceduto alla propaganda occidentale. Quella sensazionalista, allarmista, che ci avrebbe condotto volentieri dal terrore per la pandemia a quello per la imminente guerra mondiale. Guerra mondiale che in questo momento non ci sarà. Anzi, non ha mai neppure rischiato di esserci. Quindi perché parlarne? Ne parlo perché i media italiani hanno disinformato fin troppo sull’argomento ed è giusto dare una versione alternativa a quella mainstream, come richiesto da chi mi segue con fiducia.

Diciamolo subito: nessuna delle superpotenze in gioco ha interessi a fare una guerra militare su larga scala. Soprattutto ora che le guerre si stanno combattendo in maniera non convenzionale. Una guerra palese non interessa a nessuno. Gli americani non possono permettersela, hanno troppi conflitti interni e nessuna possibilità di convincere l’opinione pubblica che sia importante combattere contro un’altra superpotenza per difendere la sovranità dell’Ucraina che non è neanche nella NATO, in un momento in cui l’opinione pubblica americana chiede il disimpegno dai conflitti altrui, per risolvere le enormi divisioni interne.

Gli USA sanno bene che se intervenissero in un ipotetico conflitto spingerebbero i russi tra le braccia dei loro veri nemici: i cinesi. E lo farebbero in un momento in cui stiamo nel bel mezzo di una nuova guerra fredda tra USA e Cina dove gli americani avrebbero semmai bisogno di accordi con i russi in funzione anticinese. Non rischierebbero mai che un paese come la Russia, ai confini con l’Europa, finisca sotto la sfera d’influenza cinese, cosa inaccettabile per gli statunitensi. Oltretutto, in un conflitto che vedrebbe impegnati gli USA contro la Russia, i cinesi potrebbero approfittarne per invadere Taiwan e per gli americani sarebbe impossibile intervenire su entrambi i fronti. Quindi gli Stati Uniti non faranno assolutamente nulla che possa costringere la Russia a soluzioni estreme.

Anche alla Russia, ovviamente, una guerra che coinvolga gli USA o la NATO non conviene. Non avrebbe i mezzi per vincerla e avrebbe necessità di supporto dalla Cina. Ma non ha alcun interesse a finire nella sfera d’influenza di un proprio vicino così potente. E’ lo stesso motivo per cui tanti paesi dell’ex Unione Sovietica hanno preferito spostarsi sotto la sfera occidentale (leggi statunitense) che ha causa della distanza geografica è ovviamente meno invasiva e meno pericolosa di quella di una superpotenza ai propri confini. La Russia, tra l’altro, in caso di vero e proprio conflitto bellico, subirebbe tutta una serie di ritorsioni: verrebbe estromessa dal sistema dei pagamenti bancari internazionali SWIFT; subirebbe sanzioni ed embarghi che in questo momento non potrebbe mai sostenere.

Quindi non scoppierà alcuna guerra mondiale. Dobbiamo solo augurarci che non rendano inevitabilmente quella contro l’Ucraina.

Ci sono, infatti, alcune cose che i russi vogliono ottenere, senza le quali sarebbero costretti ad un conflitto bellico contro il proprio vicino. Si tratta di cose che gli Stati Uniti non gli daranno mai nei termini in cui vorrebbe Putin, ma allo stesso tempo non dovrebbero commettere l’errore di fare un passo oltre la linea rossa marcata dalla Russia. Sarà quindi una partita a scacchi in cui nessuno dei contendenti vuole realmente andare a dama.

La Russia vuole evitare che l’Ucraina diventi in futuro una “autostrada” per il nemico che volesse invadere o colpire la Russia stessa. Necessita quindi che l’Ucraina resti uno stato cuscinetto. Ufficialmente si dice che la Russia vuole evitare che l’Ucraina entri nella Nato, ma la verità è che questa evenienza non è mai stata presa realmente in considerazione. Proprio perché vorrebbe dire oltrepassare quella linea rossa oltre la quale i russi non potrebbero fare altro che attaccare. Se non lo facessero, vivrebbero con l’incubo di un attacco esterno dal quale non avrebbero più alcun modo di difendersi. La Nato, infatti, è già andata oltre schiacciando sempre di più la Russia nei propri confini. Ora deve fermarsi se non vuole scatenare una guerra. E sappiamo bene che non vuole farlo. Tra l’altro, è importante chiarire che questa ipotetica adesione, molto gettonata dai media italiani come causa del contendere, non è in realtà per nulla presa in considerazione in questo momento, in quanto non ci sarebbero le basi perché si possa concretizzare. Per diverse ragioni: una parte dell’Ucraina, la Crimea, è in mano al nemico storico della Nato. Quindi la Nato finirebbe col mettersi il nemico in casa.  Un’altra parte, il Donbass è un teatro di guerra permanente. Quindi per la Nato vorrebbe dire mettersi una guerra in casa.

Ma allora perché Putin se la prende tanto?

La verità inconfessabile dai media italiani, è che Putin non è preoccupato dall’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, come vogliono farci credere. La verità è che Putin non può più tollerare che gli Stati Uniti continuino ad armare l’Ucraina.

E quanto sia inaccettabile per la Russia, questo dispiegamento di armi altrui difronte casa, dovrebbe essere molto chiaro proprio agli statunitensi, dato che quella sensazione l’hanno vissuta sulla propria pelle e andarono fuori di testa quando l’Unione Sovietica piazzò i propri missili su Cuba, in quella zona che gli americani definivano il proprio cortile di casa, come probabilmente i russi definirebbero l’Ucraina. Gli statunitensi sarebbero stati pronti ad un conflitto mondiale pur di non aver il nemico armato alle porte e sanno bene che per ogni superpotenza vale lo stesso ragionamento. Quindi i due rivali stanno inscenando un braccio di ferro con la certezza che nessuno dei due sbatterà il polso dell’altro sul tavolo. Conviene stare semplicemente in tensione per mostrare i muscoli da fotografare e divulgare sui media mondiali.

L’Ucraina ha enormi risorse di gas, petrolio e giacimenti di minerali di ogni tipo e quindi tutti vorrebbero portarla sotto la propria sfera d’influenza. Quando la Russia era sul punto di riuscirci con gli accordi con il presidente Janucovich, scoppiarono le solite proteste “popolari” eterodirette dagli USA e Janucovich fu costretto a scappare in Russia. Ovviamente Putin si legò la questione al dito, soprattutto quando arrivò un nuovo presidente ostile alla Russia. Così decise di agire subito per mettere in sicurezza i propri interessi militari soprattutto in Crimea, sede della più importante base militare russa. E la Crimea fu annessa alla Russia senza se e senza ma. A quel punto Putin ha iniziato a sostenere indirettamente anche le pulsioni separatiste di altre regioni filorusse, che sono insorte per la propria indipendenza dal governo ucraino, come accaduto nel Dombass che è ancora oggi un teatro di guerra.

La Russia avrà sempre bisogno di allontanare il più possibile il suo nemico dalla prima linea di difesa. Per questo non può ammettere basi militari statunitensi o dell’alleanza atlantica in Ucraina e dovrà continuare a tenere alta la tensione anche su quelle già presenti nelle altre ex repubbliche sovietiche entrate nella Nato.

Gli americani dal canto loro, non possono bluffare troppo, perché se dovessero indurre la Russia ad invadere l’Ucraina e poi non fossero disposti ad entrare direttamente nel conflitto, avrebbero fatto ai russi il più grande regalo a cui essi potessero mai aspirare. Gli avrebbero permesso di risolvere in un colpo solo diversi problemi, primo tra tutti quello della difesa dei propri confini, ma anche il problema delle regioni filorusse che vogliono l’indipendenza. Verrebbe direttamente risolto anche l’enorme problema della fornitura idrica alla Crimea, che da quando è stata annessa dalla Russia, ha perso le forniture idriche di Kiev. Cosa che ha reso difficile a Putin anche la gestione delle sue basi militari in quella regione.

Morale della favola: nessuno vuole la guerra. Nessuno può continuare troppo a lungo a provocare l’altro. E nessuno può cedere su tutti i punti richiesti. A qualcosa dovranno rinunciare da ambo le parti. E lo faranno presto.

Molto più plausibile, se le cose dovessero prendere una piega sbagliata, sarebbe la scelta della Russia di penetrare nel Donbass – anche se troppo costosa in termini di sanzioni che quella azione scatenerebbe – dove, come ho anticipato, le milizie filo russe stanno combattendo da anni per l’indipendenza dall’Ucraina. In quel modo la Russia potrebbe dare una ennesima prova di forza facendo sua anche quella porzione di territorio ucraino, come avvenuto con la Crimea, qualora le condizioni richiedessero un intervento radicale ma più gestibile e con meno conseguenze dell’invasione totale dell’Ucraina.

L’unica certezza che mi sento di dare è che da ora in poi la Russia manterrà la pressione sull’Ucraina in maniera permanente. Fingendo magari un doveroso disimpegno in questa fase critica, per far calare la tensione internazionale, in caso di accordi. Ma da questo momento, non mollerà più la presa. Non ci sarà, per intenderci, un’altra “Euromaidan” in Ucraina in futuro. Ossia un’altra azione finanziata e foraggiata dai nemici di Putin per fare i propri interessi in quel territorio.

E l’Italia? l’Italia continua ad essere vittima di se stessa.

E’ nella sfera di influenza degli Stati Uniti (per usare un eufemismo) ma dipende dalle forniture di gas dalla Russia.

I soldi che deve ricevere col PNRR sono garantiti dai tedeschi che mentre noi flirtiamo con gli americani, loro intanto flirtano con i russi per le forniture energetiche, attraverso il gasdotto North Stream 2 che non passa, a differenza del precedente, proprio dall’Ucraina per portare il gas russo in Germania.

Questo vuol dire che ognuno sta tutelando i propri interessi. Tranne noi. Che comunque vada continueremo a prendere schiaffi da ambo le parti e a pagare lo scotto e gli aumenti di scelte altrui, perché incapaci di una politica estera che prenda una posizione netta, in un periodo in cui è chiaro a tutti che si è chiamati ad una scelta di campo geopolitico, senza più ambiguità né doppiogioco.

Il vero problema, insanabile, è che noi in Ucraina manderemo Luigi Di Maio.

Fine di una storia triste.

 

Francesco Amodeo

 

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