Perchè credo ai principi della fisica quantistica applicata alla vita reale (ruolo della coscienza) – e non ai principi della legge di attrazione (ruolo dei pensieri).

Quello su cui voglio basare le mie riflessioni di oggi nella rubrica “Diario di Morpheus” riguarda la differenza tra i principi della fisica quantistica applicata alla vita reale – in particolare il ruolo della coscienza – e i principi che riguardano la legge di attrazione e quindi il ruolo dei pensieri. Ritengo fondamentale lavorare al primo approccio quello quantistico. E poco utile, se non addirittura ingannevole e fuorviante, le narrazioni sulla legge di attrazione nella valenza più banale del termine.

Ciò che pensiamo, infatti, contiene sempre in sé una parte a cui noi non abbiamo accesso ma che muove le trame della manifestazione nella vita reale. Averne consapevolezza fa la differenza. Perchè si tratta di quel campo a cui non abbiamo accesso diretto (possiamo modellare i pensieri consci, non il subconscio) ma sul quale dobbiamo lavorare per fare in modo che quando avverrà la sua trasformazione da conscio a inconscio non ci prenderà di sorpresa e non ci metterà difronte ad eventi che chiameremo inaspettati. Richiamo a questo proposito l’espressione di Carl Gustav Jung:

Rendi coscio l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino. 

E’ nei confronti di questa equazione che la legge di attrazione  risulta ingannevole, spesso volutamente (pensate quanto pubblicizzati siano i libri sulla legge di attrazione e quanto oscurati siano le scoperte della fisica quantistica) questo perché nella maggior parte dei casi questa legge affida ai pensieri consci il ruolo di creatori della realtà esterna secondo l’assunto: pensa ciò che vuoi ottenere.

Se creiamo dualismo tra conscio e inconscio lasciando che i pensieri vadano in una direzione e l’inconscio in un’altra è ovvio che ogni evento della nostra vita sarà sempre frutto di un conflittuale confronto al nostro interno.

Non c’è dubbio che in alcuni casi la legge di attrazione possa funzionare. Capiterà quelle rare volte che il tuo pensiero non è in conflitto con il tuo inconscio. Ma nella maggior parte dei casi questo conflitto nasce ed a quel punto il solo pensiero non è più sufficiente per attrarre.

Ed è qui che nasce quella figura che potremmo chiamare antagonista interiore, che abbiamo tutti, nessuno escluso, ovvero una parte inconscia che si contrappone alla propria parte cosciente.

La protagonista Rula del mio romanzo Non avrai altro Dio al di fuori di Te, è l’esempio di chi non ha pensato assiduamente alle cose che ha poi ottenuto, ossia alla fine di un rapporto che la faceva soffrire e all’inizio di una nuova relazione con l’uomo che desiderava. Anzi i suoi pensieri sono sempre stati, in una prima fase, pieni di insicurezze, di paure. Ma quella relazione lei l’ha sognata e l’ha favorita a livello inconscio. Dentro di sè, sentendo che potesse essere la sua unica via di fuga da quella vita di sofferenze, dovute al rapporto tossico che stava vivendo. Quindi è dentro di se che comincia a sognare quel momento, quell’evento e quella persona, riuscendo poi a rendere conscio l’inconscio mediante l’incontro con il protagonista. Ed è solo da quel momento che i pensieri avranno un ruolo decisivo. Se raccontassimo questa storia secondo gli schemi della legge di attrazione, dovremmo partire da questo punto, omettendo tutto quello che c’è stato prima.

Anche il protagonista del mio romanzo non focalizza i suoi pensieri sulla possibilità di un incontro nel parco con il misterioso uomo che gli fornirà la chiave di lettura di alcuni eventi della sua vita. Ma quelle domande se le stava ponendo dentro di  da tempo, infatti racconta che da tempo stava leggendo libri sulla fisica quantistica, sulle filosofie orientali. Si sente quindi pronto, dentro di sé a ricevere quelle informazioni. Ed è in quel momento che rende conscio l’inconscio mediante l’incontro con l’uomo nel parco. Da quel momento il testimone passa ai pensieri come accaduto in precedenza a Rula. Cosa vuol dire nel caso di Rula che il testimone passa ai pensieri? Vuol dire che una volta reso conscio l’inconscio, bisognerà capire se è più forte la speranza di ottenere quella determinata cosa – che sia esso qualcosa di materiale o una relazione – o se è più forte la paura di non riuscire ad ottenerla o di perderla. Il risultato di questo braccio di ferro dipenderà dalla qualità dei pensieri consci.

Ci illudiamo che il nostro Io conscio sia quello che guida la nostra vita non rendendoci conto che dentro di noi ci sono forze inconsce che agiscono influenzando le nostre scelte e determinando di conseguenza il flusso della nostra esistenza: “Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro, si sveglia” diceva sempre Jung.

Come illuminare l’inconscio?

Ognuno segue una propria strategia. Personalmente credo che la lanterna da seguire sia quella delle coincidenze o come le chiama Jung le sincronicità. Einstein disse: La coincidenza è il modo in cui Dio si esprime rimanendo anonimo. Ed io ci credo. Anche se chiamo quel Dio, Universo. 

Gli eventi sincronici indicano la strada. Nel bene o nel male. Gli incontri descritti nel mio romanzo avvenuti tra Rula ed il protagonista così come quelli avvenuti tra il protagonista e l’uomo nel parco, sono tutti il frutto di eventi sincronici.

Ma cos’è invece che blocca l’intero processo? Cos’è che fa sì che nel nostro inconscio si accumulino le nostre paure anziché le nostre speranze? Cos’è che impedisce il passaggio da inconscio a conscio? Cos’è che nel braccio di ferro virtuale da’ più forza a quello che temiamo che possa accadere piuttosto che a quello che desideriamo che accada?

Nelle relazioni interpersonali o in quelle amorose, questo qualcosa porta il nome di vampiro energetico. Si tratta di quelle persone con le quali siamo entrati in contatto – o con cui lo siamo sempre stati nel caso di familiari più prossimi – e che hanno esercitato nei nostri confronti un certo magnetismo. Quello che è stato Nethan per Rula nel mio romanzo.

Sono persone dalle quali siamo attratti perché ci sembra che abbiano la nostra stessa energia, che vibrino alle nostre frequenze e non ci rendiamo conto, invece, che quella energia la rubano proprio da noi. Si nutrono della nostra energia. E più ne abbiamo noi, più si svuotano loro. Più ne accumulano loro più ci sentiamo svuotati noi. Al cospetto di queste persone ci sentiamo sempre inadeguati, deboli. Perchè è così che ci fanno sentire. E perché ci fanno sentire così? Perchè solo in quel modo diventiamo disponibili a cedere energia. Provate a raccontare un vostro progetto ad un vampiro energetico. Provate a raccontargli un vostro sogno. Nel migliore dei casi vi deriderà. Nel peggiore vi ostacolerà. Perchè quel progetto vi da’ energia. Ma il tutto è come una bilancia. Se l’energia porta voi in alto. Porta lui in basso. Quindi la sua missione, per una questione di sopravvivenza diventerà quella di svuotarvi. E troverà ogni strategia per farlo. E voi, fin quando non sarete in grado di riconoscere questo processo, lo relegate nell’inconscio, spesso perché quel vampiro energetico è la persona che amate, che avete sposato o semplicemente della quale pensate di non poter fare a meno. In questo modo resterete sempre in uno stato di sudditanza psicologica incapaci di prendere in mano le redini della vostra vita. Al momento che lo riconoscete, invece, che dall’inconscio lo portate fuori. Siete già sulla strada della liberazione, come accaduto con Rula. A quel punto bloccate il flusso di energia che alimenta il vampiro energetico. Che si sentirà frustrato non riuscendo più ad attingere dal vostro serbatoio di energia e prima di decidere di cercare una nuova preda andrà letteralmente in escandescenza. Molti femminicidi accadono proprio a causa di relazioni con vampiri energetici quando la donna diventa consapevole ed inizia a reagire bloccando il flusso di energia. Questo non vuol dire che allora è meglio subire quella relazione e far finta di nulla. Al contrario, conoscere questo meccanismo e le possibili reazioni che scatena, può essere utile a prendere le necessarie precauzioni o a gestire con più cautela certe situazioni.

Questo per quanto riguarda le relazioni sentimentali o inter personali.

Per quanto concerne tutto il resto, il nostro relazionarci con il mondo, il principale ostacolo, delle nostre aspirazioni è la paura. Chi vuole controllarci lo sa bene. Per questo i padri fondatori del neoliberismo e delle organizzazioni oligarchiche che aspirano a prendere il controllo tanto dei governi quanto delle persone hanno coniato il termine “Shock Therapy”. Hanno capito che solo inducendo uno stato di paura nella popolazione e strumentalizzando uno stato di shock politico, economico, sociale o sanitario, si riesce a prendere il controllo sulle masse, rendendo i popoli passivi e accondiscendenti alle scelte del potere, anche quando queste vanno palesemente contro i loro interessi. Motivo per cui per cambiare la prima Repubblica nel nostro paese hanno utilizzato uno shock politico e quella che hanno appositamente definito la strategia della tensione. Per cambiare il modello economico hanno strumentalizzato un “virus” che contagiava i mercati e le economie dei paesi e quindi dei cittadini, il cosiddetto “spread” contro cui l’austerity e le cessioni di sovranità erano l’unico vaccino possibile. Mentre per cambiare il modello sociale hanno strumentalizzato un emergenza sanitaria ed un virus che infettava le persone. Soprattutto quelle non disponibili ad accettare le imposizioni del potere.

La paura si trasforma in insicurezza. L’insicurezza ci spinge a restare passivi ed in balia degli eventi. Si diventa osservatori passivi. Che è il contrario della concezione quantistica dell’osservatore che in realtà andrebbe più propriamente definito attore o partecipatore in quanto con la sua osservazione cosciente, influenza e partecipa alla creazione della realtà esterna.

Questo romanzo è per chi vuole diventare attore protagonista della propria vita e partecipatore attivo alla creazione degli eventi che incontrerà.

 

Francesco Amodeo

 

Non avrai altro Dio al di fuori di te

 

 

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