
21 Ott QUELLI CHE CREDONO CHE ATLANTISMO SIA SINONIMO DI PATRIOTTISMO FARANNO CROLLARE TUTTO.
Quale è stata considerata da sempre la locomotiva dell’Unione Europea? La Germania. Come sta andando la Germania dopo le sue scelte atlantiste?
L’inflazione dei prezzi della produzione tedesca ha raggiunto il picco storico.
Secondo l’Ufficio Federale di Statistica tedesco, i prezzi all’industria hanno registrato ad agosto 2022 un incremento annuo del 45,8% dopo il +37,2% del mese precedente.
Su base mensile, i prezzi hanno segnato una variazione pari a +7,9%, in accelerazione rispetto al +5,3% di luglio. Si tratta dei nuovi record di sempre sia su base mensile che annuale.
I prezzi dell’energia hanno registrato un aumento del 20,4% su base mensile e del 139% a livello tendenziale. Principalmente responsabile del robusto aumento dei prezzi dell’energia è stato il forte balzo dell’elettricità (+174,9%), sottolinea l’Ufficio Federale di Statistica.
Inoltre, i prezzi sono aumentati su base annua in modo significativo anche per i beni intermedi (+17,5%) e i beni strumentali (+7,8%) nonché per i beni di consumo durevoli e non durevoli (rispettivamente 10,9% e 16,9%).
A corto di gas russo – scrive Milano Finanza- il Paese rischia di non raggiungere gli obiettivi di stoccaggio per l’inverno, fissati al 95%. Ad Amsterdam i futures sul gas vicini ai massimi. La Bce non esclude la recessione. In Germania è allarme sugli stoccaggi di gas. Secondo Socgen: la recessione è soltanto questione di tempo ma inevitabile.
Ed il suo surplus delle esportazioni?
Negli ultimi 15 anni i surplus mensili tedeschi hanno quasi sempre oscillato tra i 15 e i 20 miliardi di euro, favoriti anche dall’uso di una moneta come l’euro, “debole” rispetto ai fondamentali dell’economia tedesca che spinge le esportazioni.
Invece nel 2022 la Germania ha registrato il suo primo deficit commerciale mensile in tre decenni. Il primo rosso sulla sua bilancia commerciale dal 1991.
E quando la locomotiva rallenta così bruscamente. Tutti i vagoni che gli vanno dietro gli si schiantano inesorabilmente contro. Ed è quello che sta accadendo. Le dimissioni di Liz Truss dimostrano che puoi essere anche fuori dall’Unione Europea e fuori dall’Eurozona ma se sei un paese europeo e porti avanti politiche a vantaggio degli USA finisci anche tu a schiantarti.
Gli europeisti atlantisti mi ricordano molto quelli della banda del buco che rimasero incastrati nel tunnel delle fogne che avrebbe dovuto portarli a raggiungere il bottino.
La follia è stata confiscare i dollari alla banca centrale russa, come hanno fatto Usa, Gran Bretagna e paesi occidentali.
Perchè a quel punto dimostri che non stai attaccando solamente i russi ma stai attacando i capitali e chi li detiene che da quel momento in poi non si sentirà più al sicuro.
Circa 300 miliardi confiscati tra oro, valute, titoli. Ma cosa ancor più grave,Tomi Huhtanen – il direttore esecutivo del Wilfried Martens Centre di Bruxelles, il think tank del Partito popolare europeo – in un editoriale ha lanciato la proposta di congelare per intero le riserve della Bank of Russia, pari a 640 miliardi di dollari, e utilizzare tali risorse per aiutare l’Ucraina. Ed ecco che queste azioni suicide dell’Occidente hanno portato al ritiro e allo spostamento di capitali dalle nostre City.
Gli arabi sono scappati da Londra, assieme ai russi. Poi è stata la volta del colosso cinese Sinopec che ha deciso di andare via dalla City. E come poteva la Truss mantenere le sue dispendiose promesse? Non poteva. Doveva solo andarsene. E così è stato. Ora che l’Arabia Saudita entrerà nei Brics, seguita da altri grandi paesi, il dollaro non solo risulterà una valuta estremamente pericolosa, perchè nelle mani di pochi che possono decidere quando e dove congelarla ma diventerà anche sostituibile.
Allora dobbiamo cercare di sgomberare il campo dai malintesi che nascono attorno al termine atlantista. Perchè oggi siamo arrivati al paradosso che se non giuri di essere atlantista non puoi giurare per il governo del paese. Dimenticando che il governo che si sta formando è italiano non è americano. Essere atlantista in politica internazionale ha avuto sicuramente un senso ai tempi della guerra fredda in funzione anti sovietica. C’era due blocchi con valori opposti che si contrapponevano e chi voleva tutelare i valori occidentali era per forza di cosa atlantista, in quella contrapposizione.
Ma oggi cosa vuol dire essere atlantista tout court quando gli interessi americani sono confliggenti con gli interessi del popolo italiano? L’Ucraina è il caso più palese. Gli americani hanno interesse a mettere le sanzioni al loro nemico storico. Quelle sanzioni radono al suolo il tessuto economico italiano con il caro energia. Dobbiamo continuare ad essere atlantisti anche in questo caso? Per partito preso? Per imposizione?
Poi c’è la contraddizione in termini molto usata in questo periodo: siamo atlantisti ed europeisti dice qualcuno ora al capo del governo. Ignorando che non si può essere entrambe le cose. L’Unione Europea dovrebbe piuttosto proporsi come terza via tra gli interessi americani e quelli dei paesi orientali. Non deve fare gli interessi degli Stati Uniti contro gli interessi degli stati che compongono l’UE. Non bisogna cadere nella trappola di pensare che chi non fa gli interessi americani allora vuol dire che fai quelli russi. Ci sono anche i nostri di interessi che sono la terza via da perseguire, ma non lo puoi fare gettandoti tra le bracce di una o dell’altra superpotenza in campo. Sostituire il gas russo con quello americano va negli interessi degli Stati Uniti non nell’interesse della UE, che anzi ne esce distrutta da questa decisione, come abbiamo visto nel caso della Germania e come stiamo sperimentando sulla pelle di centinaia di migliaia di imprese e famiglie messe in ginocchio dal caro bollette in Italia.
Allora dobbiamo essere chiari: oggi si può essere atlantisti. Si può essere pro Russia. O si può essere a favore degli interessi nazionali. Qualcuno direbbe europei ma io preferisco dire nazionali. Non permettiamo che passi il messaggio che patriottismo sia sinonimo di atlantismo o che atlantismo sia sinonimo di europeismo, altrimenti nei prossimi mesi verrà giù tutto. E ci accorgeremo a quel punto che la Liz Truss non è altro che una Meloni andata a sbattere qualche mese prima contro l’altare dell’atlantismo.
Francesco Amodeo
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